15 anni, ho solo 15 anni quando comincio a remare. Per caso, solo perché mi capitò tra le mani un volantino che promuoveva questo sport a me sconosciuto fino a quel momento. Un bel circolo, un allenatore motivato, tanti miei coetanei tra i quali anche uno di quelli che è poi diventato mio marito e il fiume che fino ad allora avevo visto solo dall’alto. È stato amore a prima “remata” La scuola, la famiglia, gli amici, tutto veniva dopo. La mia priorità era il canottaggio con i suoi allenamenti quotidiani. Uno due tre anni di impegno, sudore, fatica, lacrime di gioia e qualche medaglia, fino al primo stop per motivi di salute. A quell’età un fulmine a ciel sereno. Mi sento persa, orfana di tutto, mi vietano categoricamente di fare agonismo. Comincio allora per gioco a remare sul dragon boat, tanto per rimanere ancorata al fiume. Intanto cresco, lavoro matrimonio, figlio, un altro serio problema di salute. Comincio a pensare che ormai sono grande ed ogni cosa va fatta a suo tempo. E il tempo passa… 45 anni, tante vicissitudini di vita, una serie di coincidenze e mi ritrovo inaspettatamente di nuovo su un galleggiante con Paolo. Per me è Paoletto perché io sono più vecchia, tant’è che nella rubrica del telefono l’ho memorizzato così. Un ex canottiere, un amico, una bella persona che non frequentavo da tempo ma che in gioventù aveva vissuto con me un pezzetto di vita sportiva. Ci riconosciamo istintivamente come persone sulla stessa lunghezza d’onda. Mi fa una proposta, mi lancia una sfida che quasi subito accetto e mi coinvolge nel gruppo remiero che ha creato qualche anno prima. Che dire… Rinasco a seconda giovinezza. Sono passati 5 anni da quando collaboro con lui per trasmettere amore e passione a persone che scoprono da adulti questo sport che ti entra dentro e ti scorre nelle vene proprio come una barca quando scivola sull’acqua. Mi sento una privilegiata, sono appagata emozionata del fatto che un capitolo di vita che pensavo chiuso per sempre si sia riaperto dandomi le gioie che avevo vissuto da atleta. Condividere in un’altra veste le soddisfazioni di un canottiere che ha passione e voglia di mettersi in gioco mi gratifica e mi riempie di orgoglio. Mi prendono in giro, mi chiamano maestra, anzi mae’, ed io rido e sono felice. Li ringrazio tutti i canottieri RAI, siamo una bellissima realtà. A Paoletto, il mio amico, capo, consigliere, va la mia stima e gratitudine per avermi dato fiducia e un’ opportunità che mai avrei potuto immaginare, un onore e un privilegio lavorare con lui. È solo un po’ disordinato, un accumulatore seriale di materiali vari che sparge tra le sue amate barche. Può però migliorare la tecnica. Ci lavorerò…!
Un video immagini di questi anni di canottaggio
Alberto
Ciao Simo, belle parole e bella tu…che hai portato tra di noi la tua gioia e il tuo entusiasmo! Grazie ❤️
Cristiana
Sono orgogliosa di aver remato con te, ma ancora più orgogliosa di averti come amica. Hai attraversato fiumi e rapide, ma il tuo spirito è contagioso. Imparo ancora da te, dopo 30 anni!
cinzia
Ciao Simo, bellissima storia. Mi ritengo fortunata di averti incontrato non solo per le tue doti di insegnate e di motivatrice ma anche per la splendida persona che sei. Grazie